Le dimensioni hanno importanza? Piccole e grandi cellule adipose in salute o nelle patologie.
- elisacalabria7
- 16 lug 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 18 lug 2022
Forse non ci avevamo mai pensato ma gli esseri umani, rispetto agli altri ominidi, hanno una più elevata percentuale di grasso corporeo e un metabolismo più elevato. Questo è il risultato di una serie di adattamenti evolutivi: la transizione da cibi a basso contenuto energetico verso cibi ad elevato contenuto energetico (come tuberi e carne), lo sviluppo della capacità di cucinare e conservare gli alimenti e allo stesso tempo la capacità di immagazzinare energie sotto forma di riserve di grasso. Tuttavia nella società odierna, dove è facile trovare cibo ad elevata densità di calorie con un minimo sforzo, tutto ciò può trasformarsi in un problema, piuttosto che in un vantaggio evolutivo. Infatti in queste condizioni il nostro tessuto adiposo può crescere in modo eccessivo, fino a generare disfunzioni metaboliche, patologie e obesità.

Il tessuto adiposo, essenzialmente il grasso sottocutaneo e viscerale, è un organo molto dinamico, composto da cellule specializzate nello stoccaggio di riserve energetiche sotto forma di grassi. E’ composto dagli “adipociti”, cellule specializzate che possono essere diversi per tipo e dimensioni. Studi recenti dimostrano che la dimensione degli adipociti che costituiscono il tessuto adiposo potrebbero essere un importante fattore predittivo per diverse condizioni patologiche. Il tessuto adiposo può espandersi sia aumentando il numero degli adipociti (iperplasia) sia aumentando il volume delle cellule adipose (ipertrofia). Ora, in condizioni di sovrappeso e obesità si ha un eccessiva espansione tessuto adiposo, che è uno dei maggiori fattori di rischio per insulino-resistenza e diabete di tipo 2. Cellule adipose grandi e ipertrofiche sono considerate metabolicamente svantaggiose e sono associate a condizioni patologiche.

Di conseguenza un aumento di peso modesto in un adulto (anche solo 3Kg) può determinare un aumento rilevante della dimensione degli adipociti e comportare un’alterazione della risposta all’insulina e un aumento dei trigliceridi in circolo. Infatti le maggiori dimensioni delle cellule adipose sono associate a difetti nella crescita del tessuto adiposo, ad un maggior contenuto di trigliceridi nello stesso, nel fegato, nel muscolo e nel pancreas favorendo l’ insulino-resitenza. L’aumento di peso corporeo sembra essere associato prevalentemente ad ipertrofia delle cellule adipose, mentre una perdita di peso porta ad una riduzione delle dimensioni degli adipociti indipendentemente dall’approccio (chirurgico, dieta restrittiva, attività fisica, o altri interventi sullo stile di vita).
In realtà si è visto che bastano sei mesi di trattamento con dieta a ridotto apporto calorico, in uomini e donne con sovrappeso, per ottenere una riduzione del peso corporeo, della massa di grasso viscerale e della dimensione delle cellule adipose. Una dimensione ridotta delle cellule adipose a seguito della riduzione del peso è associata anche a una migliore sensibilità all'insulina. Effetti simili si ottengono sia con la dieta da sola che in abbinamento ad esercizio. Questi meccanismi di regolazione delle dimensioni delle cellule adipose potrebbero in parte spiegare perché, dopo una dieta, è facile riguadagnare peso: sembra che le cellule adipose dopo essere andate incontro ad una riduzione delle loro dimensioni modifichino le loro caratteristiche metaboliche e infiammatorie in modo da facilitare l’immagazzinamento dell’energia ingerita. Per questo è molto importante mantenere e monitorare le abitudini alimentari anche dopo il raggiungimento degli obiettivi stabiliti inizialmente, per evitare l'effetto yoyo. Infatti se gli sforzi per limitare l'assunzione di cibo falliscono, si verifica uno stato di sovralimentazione e i nutrienti in eccesso vengono rapidamente assimilati e immagazzinati dando inizio ad una ricaduta verso l'obesità.

Quindi nonostante le migliori condizioni di vita, a livello mondiale si osserva una crescente incidenza di obesità, dovuta soprattutto all’abbondanza di cibi molto appetibili che aumenta la frequenza del mangiare edonico (solo per piacere piuttosto che per fame). Non lasciamo che il surplus di cibo ipercalorico e il minimo sforzo che dobbiamo fare per ottenerlo possano invalidare la capacità del nostro organismo di gestire il bilancio energetico. Cerchiamo di mantenere una composizione corporea “sostenibile”, di avere uno stile di vita attivo e di mangiare in modo sano ed equilibrato.

Scritto da:

Elisa Calabria, PhD
Biologa Nutrizionista
Fonti:
1. Pontzer H, Brown MH, Raichlen DA, Dunsworth H, Hare B, Walker K, et al. Metabolic Acceleration and the Evolution of Human Brain Size and Life History. Nature (2016) 533(7603):390-2. Epub 2016/05/05. doi: 10.1038/nature17654.
2. Stenkula KG, Erlanson-Albertsson C. Adipose Cell Size: Importance in Health and Disease. Am J Physiol Regul Integr Comp Physiol (2018) 315(2):R284-R95. Epub 2018/04/12. doi: 10.1152/ajpregu.00257.2017.
3. Laforest S, Labrecque J, Michaud A, Cianflone K, Tchernof A. Adipocyte Size as a Determinant of Metabolic Disease and Adipose Tissue Dysfunction. Crit Rev Clin Lab Sci (2015) 52(6):301-13. Epub 2015/08/21. doi: 10.3109/10408363.2015.1041582.
4. McLaughlin T, Craig C, Liu LF, Perelman D, Allister C, Spielman D, et al. Adipose Cell Size and Regional Fat Deposition as Predictors of Metabolic Response to Overfeeding in Insulin-Resistant and Insulin-Sensitive Humans. Diabetes (2016) 65(5):1245-54. Epub 2016/02/18. doi: 10.2337/db15-1213.
5. Murphy J, Moullec G, Santosa S. Factors Associated with Adipocyte Size Reduction after Weight Loss Interventions for Overweight and Obesity: A Systematic Review and Meta-Regression. Metabolism (2017) 67:31-40. Epub 2017/01/14. doi: 10.1016/j.metabol.2016.09.009.
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